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Lettera Auguri S. Pasqua - Azione Cattolica Firenze

  • Immagine del redattore: Parrocchia di San Martino a Gangalandi
    Parrocchia di San Martino a Gangalandi
  • 8 apr 2020
  • Tempo di lettura: 6 min

Firenze, 6 Aprile 2020

Carissima, Carissimo, in questo momento di difficoltà e fragilità dove ciascuno di noi è messo alla prova , dove “da settimane sembra sia scesa la sera sulle nostre piazze e città” (P. Francesco) e la nostra libertà è regolata dalle attuali norme governative a protezione della nostra salute costringendoci a modificare i nostri stili di vita; in questo momento dove abbiamo riscoperto la forza della comunione spirituale e il valore prezioso degli affetti più cari, ti raggiungiamo con tutto il nostro affetto per lasciarti i nostri auguri per la Santa Pasqua di Resurrezione che verrà. Ecco i saluti da parte dei membri della nuova presidenza…



Quella che vivremo sarà una Pasqua davvero particolare, essenziale, priva dei segni che siamo abituati a vedere e a vivere. Non per questo, però, non sarà Pasqua. Cristo ha già vinto, ha vinto quando ha scelto di farsi uomo, di soffrire, di prendere su di sé tutte le nostre colpe, di portare la croce lungo il Calvario, quando è morto e risorto. Ora, in questa Pasqua ‘particolare’, dobbiamo far sì che vinca anche nei nostri cuori. È l’augurio che mi sento di fare a tutti, a ciascuno di voi, in quella condivisione ‘virtuale’ che siamo costretti a vivere anche come AC, in attesa si possa tornare ad abbracciarci, a vivere nella pienezza della condivisione il nostro essere cristiani. Buona Pasqua a tutti voi e alle vostre famiglie Barbara (Amministratore Diocesano)


"... Ah, ricordarti che sei amato. Allora, proprio perché sei amato, anche il dolore, anche la cosa più assurda e contraddittoria non è al disotto della tua dignità e tu puoi viverla. Questo fa l'amore: quando uno ti ama non ti educa alla vita, ma ti dice che tu puoi affrontarla, anche se difficile." di Luigi Maria Epicoco In questo periodo pieno di incertezza e di dolore abbiamo però una speranza, una luce: Dio ci ama immensamente. Vi auguriamo ti poter riscoprire questa la vera Gioia che Gesù ci dona attraverso la sua Morte e Resurrezione. “È Risorto!” Possa questo immenso Amore guidarci ogni giorno, con Fede e Speranza. Buona Pasqua a tutti voi!

Bianca e Francesca (vice - presidenti giovani)


... Ci sarebbe anche bisogno di un paziente sforzo di educazione per imparare o imparare di nuovo a gustare semplicemente le molteplici gioie umane che il Creatore mette già sul nostro cammino: gioia esaltante dell'esistenza e della vita; gioia dell'amore casto e santificato; gioia pacificante della natura e del silenzio; gioia talvolta austera del lavoro accurato; gioia e soddisfazione del dovere compiuto; gioia trasparente della purezza, del servizio, della partecipazione; gioia esigente del sacrificio. Il cristiano potrà purificarle, completarle, sublimarle: non può disdegnarle. La gioia cristiana suppone un uomo capace di gioie naturali. Molto spesso partendo da queste, il Cristo ha annunciato il Regno di Dio ...la gioia del Regno portato a compimento non può scaturire che dalla celebrazione congiunta della morte e della risurrezione del Signore. È il paradosso della condizione cristiana, che illumina singolarmente quello della condizione umana: né la prova né la sofferenza sono eliminate da questo mondo, ma esse acquistano un significato nuovo nella certezza di partecipare alla redenzione operata dal Signore, e di condividere la sua gloria." (Gaudete in Domino - S. Paolo VI). Un modo cristiano di dirci: "...andrà tutto bene...", oppure: "... ce la faremo ..." e di augurarci una Santa Pasqua che illumini con la luce e la gioia della Risurrezione tutta la nostra vita, ora costretta, ma che attende con impazienza di prorompere di nuovo.

Maurizio (segretario diocesano)


“Un tempo per gli abbracci e un tempo per astenersi dagli abbracci” [Qo 3,5]

Ci siamo trovati a vivere un'inaspettata Quaresima laica dove ci sono stati chiesti forzati cambiamenti delle nostre abitudini, individuali e collettive. Abituati al continuo ‘fare’, adesso ci è chiesto di sostare. Quindi ‘so-stare’ con le persone che mi circondano? ‘So-stare’ con la mia famiglia? ‘So-stare’ in preghiera? ... e in silenzio? Non temete, adesso siamo chiamati ad assaporare il tempo della speranza. La speranza di un tempo migliore, in cui essere migliori noi, della fede di ‘risorgere’ a nuova vita, il Signore infatti è là che ci precede.

“E nel silenzio delle nostre città, risuonerà il Vangelo di Pasqua. Dice l’apostolo Paolo: «Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e resuscitato per loro» (2 Cor 5,15). In Gesù risorto, la vita ha vinto la morte. Questa fede pasquale nutre la nostra speranza.” [Papa Francesco]

Giovanni (responsabile ACR)

Chiara, Greta e Rachele (consiglieri ACR)


La pandemia in tempo di Quaresima, con il suo carico di sofferenza e solitudine, ci ha associato quest'anno in modo speciale alla passione e morte di nostro Signore Gesù. Stiamo riscoprendo in tutto questo una fraternità nuova. "Su questa barca ci siamo tutti" ci ha detto Papa Francesco, fragili e disorientati, chiamati a remare insieme, confortati dal fatto che nella barca c'è il Signore che ancora oggi continua a ripetere a ognuno di noi "Non temere!". È con questa fiducia che ci accingiamo a celebrare la Pasqua, con le parole che Gesù ha detto a Marta: "Io sono la Resurrezione e la Vita: chi crede in me, anche se muore vivrà e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno" (Gv. 11, 25-26). Con la speranza di poterci presto rivedere e riabbracciare, auguri per una buona S. Pasqua di Resurrezione a tutti voi e alle vostre famiglie.

Laura e Gianluca (vice - presidenti adulti)


“…l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco io ve l’ho detto».” [Mt. 28, 5-7]. Sì, la tomba è vuota! Gesù è nato, è morto, è risorto per noi. Egli è il compagno della nostra vita, nostra guida e nostro fratello; è il pane, la fonte d’acqua viva per la nostra fame e la nostra sete. Come papa Francesco ci ha detto lo scorso 27 marzo: “Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza“.

Con queste parole, auguro a tutti voi una santa Pasqua.

Un abbraccio in Cristo,

Elisa

Presidente diocesano


Le parole del nostro assistente diocesano


In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».

Lc 13, 1-9


Credete che la pandemia in corso colpisca solo chi è “più colpevole di tutti gli abitanti” della terra? Gesù ci dice: “No, ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”. Nella parabola che segue Gesù ci offre la chiave di lettura di questa sua risposta con il verbo “sfruttare”. Alla lettera suona “rendere vano”, verbo molto usato da Paolo nelle sue lettere soprattutto riferito alla salvezza per mezzo della croce (“Quanto a me, fratelli, se predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora perseguitato? Infatti, sarebbe annullato lo scandalo della croce”. Gal 5,11). La pandemia non è una punizione, ma se non cogliamo l’occasione per rivolgerci a Dio con tutto il cuore “rendiamo vano” questo tempo. È occasione per riconoscere che la vita è solo in Dio, che la sua promessa di immortalità è l’unica promessa che risponde alla nostra richiesta di senso per quanto stiamo vivendo. Stiamo per vivere il mistero della Pasqua nelle chiese domestiche, il frutto di questo tempo potrebbe essere proprio il riscoprire che l’assemblea liturgica svela il suo vero volto a partire dalla liturgia della famiglia: dal cercare pregare e conoscere Dio in famiglia. Come le donne che vanno al sepolcro guardando a terra per il dolore, solleviamo il nostro sguardo in alto per vedere che la tomba è vuota (Mc 16,4).

Don Filippo Lupi

Assistente unitario






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